leggi tutto

….”Conseguito il diploma di ‘Maestra d’arte’ non ho seguito i consigli di mio padre che mi voleva insegnante di disegno, ma sentivo di dovermi realizzare diversamente.
Ho lavorato da un arredatore e per approfondire la tecnica dell’acquerello andavo regolarmente a lezione da un pittore nel centro storico di Torino e contemporaneamente ero in prova come disegnatrice al Tappetificio Paracchi, dove ho poi lavorato dieci anni.
Riproducevo disegni di tappeti persiani e realizzavo le messincarte (disegni a tempera su carta quadrettata) Devo molto al designer francese Victor Zigante che è stato il mio maestro negli anni trascorsi alla Paracchi.
In quel periodo il tappeto moderno ha conosciuto la supremazia sul classico divenendo un’icona nell’arredamento ed ho imparato ad apprezzare ed ad amare un elemento, tanto naturale quanto importante a livello tattile, come la lana.
Durante le mie giornate , oltre a disegnare , passavo del tempo tra i telai e la tintoria e seguendo le varie fasi di lavorazione riuscivo a carpire segreti che sono stati importanti per la mia formazione professionale.
Mi è poi capitata una cosa bellissima: mi sono sposata con Giorgio, sono nate Cristina ed Elena ed ho messo da parte tutte le mie ambizioni professionali per fare il mestiere più bello del mondo: la mamma.
Ho sempre continuato a coltivare interesse verso tutto ciò che rappresenta il mondo tessile e l’arte esplicitandolo in lavori di ricamo, maglia, cucito, decorazione, pittura e disegno. La mia passione per il ricamo è nata quando avevo circa sei anni: i miei dovevano traslocare e mia sorella ed io siamo andate in campagna da un prozia”Magna Ciòta” e tutti i giorni ci insegnava a ricamare i punti più facili, poi noi andavamo a giocare e lei in uno stanzino filava e tesseva. Mia mamma ha poi contribuito a insegnarmi molte cose e a darmi utili consigli inerenti al ricamo.
Nel 1998 ho iniziato come autodidatta a dedicarmi al Ricamo Bandera con cui è stato amore a prima vista perché è la tecnica che meglio coniuga abilità manuale dell’artista, sensazione tattile della lana e abbinamenti cromatici dei filati. Nel 2001 ho frequentato un corso di ricamo presso la sede dell’Associazione Amici del Ricamo Bandera’ di Chieri che fa parte del Museo del Tessile e in questi luoghi mi sono sentita proiettata ai tempi trascorsi tra i telai della Paracchi dove la lana era la protagonista assoluta e da quel momento: “Parlatemi solo di Bandera!” Da allieva sono passata ad essere vice-presidente e dal 2005 presidente dell’Associazione.
In questi anni ho cercato di contribuire al successo che sta riscuotendo questo tipo di ricamo dedicandomi all’organizzazione dei corsi presso la nostra sede, all’insegnamento nelle scuole elementari e medie, all’organizzazione di molte mostre sul territorio nazionale.
Studio e progetto disegni adatti a questo tipo di ricamo, prendendo spunti da disegni ,mobili antichi, architetture e quale fortuna vivendo tra le stupende residenze Sabaude che sono una miniera d’ispirazione!
Tutto questo per andare ad arricchire l’archivio della nostra scuola. Con orgoglio ho ricevuto un premio nell’edizione di Manualmente 2005 al Lingotto fiere di Torino riproducendo l’antica città di Chieri a punto catenella su tela righetto ed una menzione speciale nel Master di” Brianza in filo” 2008 interpretando con la tecnica del ricamo Bandera una stampa del 1850, infine a Valtopina il riconoscimento di “maestra di filo 2013” con questa motivazione: premio alla professionalità ricca di innovazione, sensibilità, studio e ricerca.
Nel 2015 per il concorso “Paesaggi in punta d’ago” proposto da Blu Nautilus ho vinto il terzo premio rappresentando la città di Chieri.
C’è una dedica, in un libro scritto da mio padre il cui titolo è: “60 anni e poi? ,che è diventata una frase che spesso mi ritorna in mente e di cui ne ho fatto un pensiero costante:” A voi giovanissimi, noi della terza età cediamo il posto, perché ravviviate le vostre speranze. A voi la vita può dare di più se innesterete gemme di primavera sui valori di sempre”.
Questo è un augurio che rivolgo a tutte le persone giovani e non che vogliono avvicinarsi a questa tecnica, ma che fondamentalmente deve farci capire quanto sia importante mantenere sempre vive le tradizioni e dare la possibilità di apprezzare e imparare la “pittura ad ago”.